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Domenica di Pentecoste

DOMENICA DI PENTECOSTE

 (Gv 14, 15-16.23b-26)

Eccoci arrivati alla Solennità della Pentecoste, festa della Chiesa per eccellenza perché come ci dice la prima lettura la Chiesa è nata precisamente nel giorno di Pentecoste, quando lo Spirito Santo sotto forma di lingue di fuoco è disceso sulla comunità degli apostoli con Maria madre di Gesù riuniti nel Cenacolo.

La Pentecoste è quindi la nostra festa per eccellenza. Perché: chi è il cristiano? Chi siamo noi realmente? Il cristiano - come ci dice san Paolo - è uno il quale possiede lo Spirito Santo: «Se qualcuno non possiede lo Spirito di Cristo, non gli appartiene» (Rm 8, 9). Il cristiano è uno il quale è animato e guidato continuamente dallo Spirito Santo (Rm 8, 14).

Lo scopo per cui la Chiesa ci fa celebrare questa festa è proprio quello di renderci coscienti del grande dono che abbia­mo ricevuto.

Noi siamo nati, come dice Gesù, dall’acqua e dallo Spirito Santo (Gv 3,5). Ma, continua Gesù, lo Spirito soffia dove vuo­le, come per dire che lo Spirito Santo non è frutto della nostra iniziativa personale, ma viene da un atto del tutto libero dell’amore di Dio. Lo Spirito Santo che noi possediamo è il frutto di una scelta libera dell’amore di Dio per noi.

Naturalmente Dio, nel chiamarci, può essersi servito di tanti mezzi, di tante vie: una lettura, una amicizia, un incontro con una persona particolare, una guida spirituale, ecc. Ma alla radice c’è sempre questa chiamata di Dio per noi. Non pense­remo mai abbastanza a questo dono immenso dell’amore personale di Dio per ciascuno di noi. E ciò è qualcosa di molto importante, è un qualcosa di straordinario.

Che cosa infatti lo Spirito Santo compie in noi? Ci comu­nica la vita divina, ci rende partecipi della mente e del cuore di Dio. Lo Spirito Santo è innanzitutto sorgente di una grande luce. Ci aiuta a capire Gesù, ci fa penetrare e gustare il conte­nuto profondo di tutte le sue parole e di tutti gli insegnamenti della sua Chiesa; ce li fa assimilare.

E poi lo Spirito Santo è in noi un principio di amore nuovo; ci comunica lo stesso amore proprio di Gesù, per cui ci rende capaci di compiere tutte le opere di Gesù, ci fa vivere alla Gesù.

Lo Spirito Santo infine è sorgente di forza, di coraggio, ci fa affrontare ogni difficoltà, ci fa superare ogni tentazione, ci dona la vera gioia, la vera libertà. Ci fa affrontare serenamente anche le malattie, la morte. Lo Spirito Santo ci fa già pregusta­re il paradiso, magari insieme alle prove, e alle sofferenze che fanno parte della nostra condizione terrena. Il cristiano è una persona che non ha più paura di niente.

La festa di oggi ha precisamente lo scopo di farci appro­fondire il mistero e la bellezza della vita cristiana e farci diven­tare dei cristiani autentici, cristiani maturi che sanno affrontare tutte le tentazioni e le prove di questo mondo. Se uno non arri­va a fare l’esperienza dello Spirito Santo non sarà mai capace di fare fronte ai gravi errori del mondo di oggi e alle tentazioni che vengono dalle suggestioni del mondo esterno.

Ma qual è la via per raggiungere questo traguardo? Ci viene indicata dalle letture di oggi.

Per Gesù si tratta di vivere la sua parola: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sem­pre» (Gv 14, 15-16; vedi anche 14, 23). Il senso di queste paro­le è molto chiaro. La conoscenza intima di Gesù e l’unione pro­fonda anche con il Padre saranno prodotte dallo Spirito Santo attraverso la parola di Gesù vissuta sempre più generosamente.

Per san Paolo invece si tratta di rinnegare se stessi. È la stessa realtà ma vista sotto una angolazione diversa. In forza ? del dono dello Spirito Santo ormai siamo veri figli di Dio vera­mente liberi, liberi di amare e di fare il bene che Dio vuole da noi. Non siamo più degli schiavi sotto il dominio della concu­piscenza e del peccato, ma dei figli guidati dall’amore dello Spirito Santo. Ma perché lo Spirito Santo sia veramente e sem­pre più il sovrano delle nostre anime occorre che noi seguiamo le sue ispirazioni le quali ci chiedono di rinnegare le passioni peccaminose e ci danno anche la forza per farlo. «Quelli infat­ti che vivono secondo la carne, pensano alle cose della carne-quelli invece che vivono secondo lo Spirito, alle cose dello Spirito» (Rm 8, 5).

Vivere dunque la parola di Gesù e rinnegare noi stessi  ascoltando sempre la voce dello Spirito, ecco il segreto per con­servare sempre questo grande dono, anzi perché cresca e si sviluppi sempre di più dentro di noi.

 

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