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5 Gennaio 2014: II Domenica dopo Natale

Commento al Vangelo della II Domenica dopo Natale

Gv  1, 1-18

 

Approfondiamo la nostra accoglienza di Gesù, il Signore. Siamo colpiti oggi da un immediato contrasto: ci sono luci e tenebre, uomini che accolgono la novità e uomini che la rifiutano. Viviamo ogni giorno in questa contrapposizione, anzi, ce la portiamo dentro. Oggi ci viene rinnovato l'invito a scegliere quotidianamente la strada da percorrere: se quella della luce, o quella delle tenebre, se accogliere una parola che si manifesta così debole, come è la carne di un bambino, se appoggiarci ad altre parole dall'apparenza più solida. E una lotta che dobbiamo affrontare con grande fede perché Dio, come ci dice Lui, ha già vinto, e le tenebre non possono sopraffare la luce.

Il Vangelo odierno ci regala una certezza: «veniva nel mondo la luce vera». "Veniva", ci dice san Giovanni, perché è un Dio che viene continuamente, perché è un Dio che opera sempre nella storia e nella nostra personale vita. Il tempo del Natale ci insegna non a contemplare semplicemente la dolcezza di un bambino in un presepe, ma a riconoscere un Dio che sta in mezzo a noi, che illumina le tenebre dell'umanità tutta. Questa sicurezza è spesso sopraffatta dalle tenebre, non è accolta, non è riconosciuta, anche se ciò non scalfisce la vittoria certa della luce. Quante volte anche le mie tenebre, le mie paure, mie ansie, non fanno entrare la luce vera! Oggi ci vien ricordato che non c'è peccato, né confusione, che possa prevalere sulla presenza di Gesù, la luce. Egli può allora operare prodigi in noi e attraverso di noi. Se poi l'evangelista parla di luce vera, è proprio perché ci possono essere luci che sono invece false. Sono quelle più appariscenti e attraenti, che conquistano per la facilità e la comodità con cui possiamo raggiungerle. Ma propongono felicità deludenti, amare, vuote. La luce che promana invece dalla mangiatoia, e che brilla delicatamente lungo tutte le pagine del Vangelo, fino a noi, con la sua presenza fedele, è quella vera. E meno sgargiante, sicuramente, ma è la sola vera luce. L'importante è distinguerla dalle altre, e lasciarla abitare in noi! Perché è prima di tutto nella nostra storia, nel nostro personale ed unico terreno, che la luce vuole porre la sua tenda, anzi, l'ha già posta gratuitamente con il nostro Battesimo. A noi spetta lasciare che ogni nostra oscurità sia pervasa dalla sua forza, la stessa che ci permette di essere luce per gli altri. "Io sono la luce del mondo", "voi siete la luce del mondo".

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