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Azione Cattolica: impegno quotidiano nella parrocchia

L’Azione Cattolica è un’esperienza di Chiesa in cui formarci, condividere esperienze e soprattutto cresce insieme, così come tutta l’associazione, attraverso il legame profondo con la comunità parrocchiale, cresce insieme a questa. La parrocchia è il luogo primario in cui abita e si spende l’associazione.

La nostra associazione ha scelto di vivere la concretezza dell’impegno quotidiano nella parrocchia rispondendo alla richiesta del parroco di dedicarsi alla catechesi. Molti tra i catechisti della parrocchia sono soci di AC. Emerge l’attenzione verso la cura e la formazione: dei bambini e dei ragazzi con i gruppi che preparano al sacramento della comunione e della confermazione, ma anche delle famiglie con gli incontri di preparazione al battesimo.
La stessa attenzione ha portato alla creazione di gruppi di formazione per adulti, giovani e giovanissimi, gruppi che non sono pensati solo per soci e che non sono limitati dai confini territoriali della parrocchia.

Abbiamo anche collaborazioni strette con il gruppo Caritas parrocchiale, primo segno di ciò è l’inserimento del presidente parrocchiale di AC nel loro gruppo WhatsApp, per favorire una rapida comunicazione.
Frutto di questa collaborazione è la pagina del gruppo Caritas sul sito parrocchiale, gemella della pagina dell’Azione Cattolica. Incontrandoci con alcuni membri del gruppo Caritas, abbiamo prima riflettuto su cosa dovesse contenere la pagina per, successivamente, dargli insieme una forma, aiutati anche dall’esperienza che abbiamo fatto con la nostra pagina da cui state leggendo questo articolo.
Inoltre, un gruppo di ragazzi seguiti dall’Azione Cattolica ha aiutato la Caritas nell’operazione di volantinaggio per le vie del quartiere, questa esperienza è piaciuta molto ai ragazzi perché si sono sentiti parte della comunità e sono stati contenti di poter aiutare e mettere del loro in un progetto più grande.

Numerosi manifesti che sono stati esposti in parrocchia, come anche i volantini sopra citati, sono frutto dell’impegno di alcuni soci, che volentieri mettono a disposizione i loro doni quando è richiesta una mano. In generale, non solo per la creazione dei manifesti, quando ci viene chiesto un aiuto per un evento o un incontro si pensa a chi, in base alle proprie specificità, può essere d’aiuto, ma al tempo stesso crescere rispondendo di sì.

Ci impegniamo anche nell’animazione delle celebrazioni. Alcuni di noi suonano e cantano alle celebrazioni della domenica o delle festività e talvolta organizziamo dei momenti di preghiera. Un appuntamento importante è l’adorazione del Giovedì Santo, in cui non manca mai una parte dell’adorazione comunitaria pensata e curata dall’Azione Cattolica.

In conclusione, è bello notare che la nostra azione non finisce qui, nei diversi gruppi parrocchiali si possono trovare soci che si impegnano secondo le proprie peculiarità: è una presenza silenziosa dell’associazione nella comunità. Per vocazione l’AC è molto radicata nella parrocchia e nella nostra associazione parrocchiale questa cosa è particolarmente sentita.

Giovanni Murano

ACcidenti che stile!

L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici, ragazzi, giovani e adulti, impegnati a vivere, ciascuno a propria misura e in forma comunitaria, l’esperienza di fede, l’annuncio del Vangelo e la chiamata alla santità è la definizione che si trova dell’associazione.

Molti direbbero che sono belle parole per fare scena; ma non è così, una volta che fai parte dell’associazione sperimenti tutto ciò: la bellezza delle relazioni, la formazione umana e cristiana e il servizio.

Cominciai a far parte dell’Azione Cattolica dall’età di 8 anni, strinsi un forte legame con un’educatrice, non mi volevo più staccare da lei tant’è mi dovettero inserire nel suo gruppo ACR. In AC si creano relazioni ed amicizie davvero importanti ed autentiche a tutte le età e con tutte le età; ci si sente proprio una grande famiglia, si fa esperienza di famiglia.

Durante i pomeriggi del sabato trascorsi in oratorio ho imparato a stare con gli altri, il gioco di squadra e l‘essenzialità. Poi si cresce si passa al gruppo giovanissimi si affrontano tematiche che in pochi altri ambiti affronti, scegli di metterti in gioco e a volte di metterti a nudo, di affrontare tante cose che in nessun altro ambito succede se non in AC.

Poi ci sono esperienze, campi estivi, esercizi spirituali, incontri diocesani e nazionali, che una volta sperimentate, almeno per quanto riguarda la mia esperienza, senti sempre più il bisogno di continuarle a fare perché ti danno davvero tanto nel cuore e ti lasciano un sapore unico, il sapore della vita, della passione, dell’essere protagonista delle tue giornate e di crescere nella fede e nell’amicizia con Dio.

Si cresce e ti chiedono di essere educatrice dell’ACR. Essere educatore dei più piccoli mi ha insegnato a donare tanto e accorgersi che sarà sempre di più quello che ricevi che quello che doni, ho imparato il lavoro di squadra, la collaborazione con gli altri e mi sono sentita accompagnata dagli educatori più grandi.

In AC ho anche percorso il viaggio della fede, camminando insieme agli altri, agli amici, alle persone che incontro ho scoperto le tracce del Signore. L’associazione mi ha aiutata ad essere cristiana nella fede, ad essere una laica nel mondo, ad avere attenzione al bene comune, al mettere davanti al bene individuale il bene comune, l’attenzione al creato, ad essere una cittadina responsabile.  

Insomma, per me, l’associazione è stata ed è una bella immagine di Chiesa, un’associazione che utilizza lo stile del cuore: qualità di relazione, di tempo speso bene, un linguaggio al passo con i tempi, evangelizzare con gioia e la cura dell’altro.

Ora, sono presidente parrocchiale e cerco, spero nel miglior modo possibile, di trasmettere agli altri tutto quello che ho imparato, grazie all’associazione. Vorrei trasmettere il bello del “camminare insieme”, la gioia della responsabilità, il vivere la propria esperienza di fede, l’annuncio del Vangelo e la chiamata alla santità in forma personale e comunitaria, l’essere attenti, come singoli e come comunità, alla crescita delle persone che incontriamo e che ci sono state affidate. Spero di riuscirci.

Sara Bernardi

RESPONS-ABILE?

Chi è in AC da parecchi anni avrà le orecchie piene della parola “Responsabilità”. E non solo le orecchie forse anche le mani, i piedi e il cuore. Perché prima o poi arriva quella richiesta di servizio, aiuto, accompagnamento a cui in qualche modo ci è chiesto di rispondere e che magari ci coglie impreparati o alla quale non eravamo pronti.

Responsabilità è innanzitutto una risposta ad una chiamata alla Santità nel nostro quotidiano, nel nostro tempo e nei luoghi che abitiamo come laici cristiani impegnati, una chiamata che ci invita a dire un sì ogni giorno a seguire Gesù e a scegliere la felicità, insieme ai compagni di viaggio che il Signore ci mette accanto.

La bellezza di questa Responsabilità è la certezza che sia valida in ogni fase di vita, in ogni circostanza, nella libertà di viverla come siamo, con i nostri limiti e con i nostri talenti. Eppure la domanda che ci facciamo più spesso è: sarò «abile» a vivere questa chiamata?

Ad accompagnare la Responsabilità, si sono aggiunte nel tempo tante piccole responsabilità a cui sono stata chiamata nel mio percorso di vita personale e associativa. Già da studentessa mi sono data molto da fare con il Movimento Studenti di AC e all’interno della mia parrocchia come Responsabile Giovani, camminando insieme ai Responsabili Diocesani e a quelli della mia zona. Crescendo mi sono resa disponibile per dare una mano al gruppo Giovani Vicariale, un’esperienza che ha saputo farmi crescere e mi ha accompagnato nelle piccole grandi scelte di vita. Oggi da giovane sposata e presto anche mamma, condivido con i consiglieri diocesani la responsabilità della Segreteria Diocesana di AC, un servizio che con dedizione e impegno provo a portare avanti nella semplicità.

Nel mio piccolo ho cercato di vivere a pieno le responsabilità che mi sono state affidate ma sicuramente più grande è quello che queste esperienze mi hanno insegnato: uno stile bello e significativo che tento di riportare nel lavoro che faccio, in famiglia e nelle relazioni.

E allora alla domanda “sarò «abile» a queste chiamate?” rispondo così, con parole non mie: all'inizio mi preoccupavo tanto di dover fare tutto e bene... invece ho capito che non dovevo pensare di DOVER essere una BRAVA responsabile, e questo è molto liberante, ma semplicemente essere quello che sono e sentirmi accompagnata dagli altri e da Dio!

Marta Gavi

L'Azione nella quotidianità

Il mio piccolo vissuto quotidiano dell’Azione Cattolica è un vissuto di opportunità.
Sì, si può vivere l’associazione anche al di là dell’impegno associativo, dei grandi incontri comunitari, delle nomine di cariche o responsabili vari. L’AC, con le sue tortuose e versatili organizzazioni, dà ad ognuno l’opportunità di crescere nel proprio percorso di vita cristiana, nell’incontro di persone pronte ad accogliere, all’ascolto, a proporre nuove esperienze e soprattutto nuovi punti di vista che ricordano, a chi ne ha bisogno, il senso dell’essere cristiani. Questa è l’esperienza che ho di AC, che vista da lontano sembra un’associazione enorme, dall’Italia, all’Europa ed oltre continente, ma che è fatta di vera quotidianità.
La mia non è una storia forse così comune, mi sono avvicinata a questa realtà ormai adulta, senza aver conosciuto tante tappe che mi sarebbero state proposte sin da bambina. Ciò non ha rappresentato nessun tipo di problema, anzi, consapevole della proposta e incuriosita ho iniziato questo percorso pian piano. In questi anni di una me orbitante intorno a questa realtà, le prime cose che ho imparato sono state grazie alle relazioni.
Incontrare persone pienamente coinvolte, che mettono grande impegno in ogni loro Azione, ha suscitato in me una domanda: Perché? Come mai riescono ad avere tanto desiderio ed entusiasmo nel creare occasioni di incontro, nonostante la fatica non sia poca? La risposta è stata semplice, per alcuni magari banale: perché è bello, perché è importante, perché è verità.
Mi sono avvicinata all’AC da cattolica e qui ho imparato il vero significato di evangelizzazione. Non ho dovuto far realmente parte di essa per sentirmi dell’AC. Questo perché ho imparato che alla base vi è l’essere cristiani in maniera universale ed è impossibile esserlo se non insieme all’altro. E prima dell’AC, per molti aspetti, il mio essere cristiana era un dare forma alla mia identità.
A chi guarda dall’esterno questa realtà direi “Avvicinati con fiducia! Vieni e vedi!” perché non è altro che un insieme di opportunità che in piena libertà, puoi scegliere di approfondire o meno e ti accorgerai che più crederai che sia una realtà “come un’altra”, di regole, organizzazioni, statuti o altro, più ti stupirai nel ritrovare nella tua quotidianità, nei tuoi pensieri, nel tuo porti all’altro, tutto ciò che l’AC ti rinnova e ti rammenta. Così potrai comprendere che la tua Azione, non è altro che un’azione cristiana e che questo luogo è per te un riconoscere Cristo in maniera universale e trasversale in ogni circostanza, in ogni relazione e in ogni pensiero. L’AC ti accompagna e ti insegna a Stare come cristiano nel mondo.

Angela Pontorieri

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